Dalle piantagioni alla tazzina: il viaggio sostenibile del caffè Nespresso che coinvolge i consumatori nella sfida dell’economia circolare

«Cura per la Circolarità, per il Clima e per le Comunità»: l’impegno "a tutto tondo" di Nespresso per l’Italia raccontato attraverso l’intervista a Silvia Totaro, Sustainability and Safety, Health and Environmental Manager del brand

Di Valentina Cinnirella

People - Pubblicato il 23-01-2024

C’è un verbo che ricorre più degli altri mentre intervistiamo la Sustainability and Safety, Health and Environmental Manager di Nespresso Italiana. Lei, Silvia Totaro, usa più volte «onorare» per definire e descrivere l’impegno verso la sostenibilità che mette in atto nel nostro Paese il noto brand internazionale del caffè porzionato di alta qualità.

silvia_totaro_sustainability_manager_nespresso_italiana_2
Silvia Totaro
Sustainability SHE Manager
di Nespresso Italiana

I progetti e le azioni concrete portate avanti in Italia da Nespresso sono – come ci spiega – una prosecuzione naturale della politica sostenibile che nasce alle origini, cioè nei Paesi di produzione del caffè, e si sviluppa man mano lungo l’intera catena mondiale di commercializzazione e distribuzione delle iconiche capsule in alluminio. Una rigorosa politica che, partendo dalla materia prima arriva fino allo spazio delle boutique presenti nei grandi centri urbani e prosegue nelle case dei consumatori. Un percorso di sostenibilità che non termina mai nei fondi delle tazzine, piuttosto continua in moto circolare grazie a pratiche virtuose di riciclo e compostaggio

Per questo la sustainability manager Silvia Totaro ci tiene a sottolineare come l’impegno della realtà italiana del brand "onori" – nel senso di rispettare e mantenere – la responsabilità socio-ambientale dell’intero ciclo di produzione e di vita del prodotto Nespresso.  

«Un impegno a tutto tondo» è non a caso il titolo dell’edizione 2022 del Report d’Impatto di Nespresso Italiana, dov’è chiaro il riferimento all’economia circolare e all’attenzione "a 360 gradi" verso la filiera. Si tratta del primo resoconto dopo la costituzione come Società Benefit in Italia, e Silvia Totaro ce lo racconta così:

«È un compendio di tutte le iniziative avviate nel territorio italiano e raggruppate secondo i tre pilastri tematici della nostra strategia di sostenibilità: Cura per la Circolarità, Cura per il Clima e Cura per le Comunità. Una declinazione "locale" che si rifà all’approccio universale di Nespresso a livello globale. Siamo dell’idea che il caffè possa essere davvero una forza positiva di cambiamento, per cui abbiamo messo in campo progetti in grado di fare la differenza, di generare cioè benefici a livello sociale e ambientale. Nespresso è tra le più grandi aziende certificate come B Corp, per cui seguiamo alti standard di cura e qualità, anche nella catena di fornitura, che è doveroso corroborare con ogni azione che intraprendiamo». 

La filiera della sostenibilità: dai Paesi di produzione alle boutique italiane  

Tra le azioni responsabili che nascono nei Paesi d’origine delle piantagioni di caffè, e che poi hanno una forte eco in tutta la rete globale di Nespresso, possiamo citare l’agricoltura sostenibile. Il tema attraversa in maniera trasversale anche il Report d’Impatto di Nespresso per l’Italia, sebbene il nostro non sia un Paese di produzione. Perché? 

«La sostenibilità delle coltivazioni del caffè Nespresso va oltre l’approccio locale italiano ma è pur sempre nespresso-caffequalcosa che soggiace al nostro modo di operare – afferma Silvia Totaro – Tutto parte, come detto, nei Paesi d’origine, dove lo spirito collaborativo verso agricoltori e agricoltrici è fondamentale. Senza di loro e senza un supporto concreto come quello dato da Nespresso, non sarebbe possibile ottenere un prodotto di così alta qualità, dove per qualità intendiamo anche il basso impatto ambientale. Dal 2003 Nespresso porta avanti in modo strutturato il Programma di cooperazione per l’agricoltura sostenibile chiamato "AAA Sustainable Quality", che ad oggi coinvolge più di 150mila coltivatrici e coltivatori in 18 Paesi d’origine. Il Programma si basa su un approccio dinamico, in costante evoluzione, che riunisce le idee più innovative in materia di qualità, produttività e sostenibilità, rivolgendo una particolare attenzione ai parametri sociali, ambientali ed economici. Ciò significa che Nespresso si prende cura non soltanto del benessere del suolo coltivato ma anche del benessere di coloro che lo coltivano, dello sviluppo personale e professionale delle persone e della loro comunità. La qualità del caffè è proporzionale alla qualità della vita di chi lo coltiva. L’agricoltura rigenerativa per noi è un pilastro essenziale, considerando anche che la minaccia del cambiamento climatico è diventata sempre più incombente e più grave rispetto a vent’anni fa, quando è nato il "AAA Sustainable Quality Program". Il nostro rispetto nei confronti della natura e del suolo si concretizza attraverso la protezione e la salvaguardia delle specie naturali, la riduzione delle emissioni di gas serra, il miglioramento continuo e l’arricchimento dei mezzi di sussistenza degli agricoltori e delle agricoltrici, la cura delle condizioni del suolo e, non da meno, l’attenzione costante per la risorsa idrica». 

Continuiamo questo viaggio nella sostenibilità di Nespresso. Dopo la partenza dai Paesi d’origine focalizziamoci adesso sulla catena di fornitura che porta le capsule del caffè nei punti vendita italiani.  

nespresso_caffe«La politica di sostenibilità ambientale e sociale continua chiaramente a caratterizzare tutti gli step successivi di lavorazione – prosegue la sustainability manager – Negli stabilimenti produttivi l’attenzione è massima per il risparmio energetico. Le fasi di produzione sono sottoposte a continue ottimizzazioni. Il nostro impegno locale, cioè quello specifico di Nespresso Italiana, comincia nel momento in cui le capsule vengono smistate dal magazzino verso i clienti e le boutique. La sede principale di Assago e tutte le boutique italiane sono approvvigionate da energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili. Sul fronte della filiera logistica lavoriamo per ottimizzare tutte le operazioni di trasporto con innovative soluzioni tecnologiche. Abbiamo aperto due magazzini, uno in provincia di Pavia e un altro in provincia di Roma, per riuscire in questo modo a raggiungere tutta la penisola evitando spostamenti su gomma di lunga percorrenza: entrambi i siti logistici dal 2022 si approvvigionano di energia rinnovabile. Nelle nostre spedizioni abbiamo deciso di eliminare ormai da diverso tempo il ricorso all’aereo, e anche per raggiungere le isole ci avvaliamo di navi. Tra i progetti che riguardano la distribuzione diretta ai clienti continuiamo a lavorare al servizio di consegna last mile tramite mezzi elettrici. Nei nostri piani c’è anche l’utilizzo di provider green per le consegne standard». 

Giungiamo infine all’interno delle boutique Nespresso, qui come viene concretizzato l’impegno per la sostenibilità? 

«Anche le nostre boutique nascono nel rispetto dei principi di sostenibilità, a partire dall’arredo che in alcuni mobili vanta l’uso di piani realizzati con caffè esausto. Ma è soprattutto attraverso la comunicazione che il valore della sostenibilità viene fuori. È fondamentale per noi trasmettere ai clienti i valori in cui crediamo, e dunque quella cura della qualità e della sostenibilità che rappresenta una caratteristica insita del caffè Nespresso. I nostri corner, ad esempio, nascono proprio per sensibilizzare le persone sul tema del riciclo delle capsule. Il caffè è tanto più sostenibile quanto più riusciamo a portare la sua sostenibilità oltre la fine del ciclo di vita. L’esempio principale è l’economia circolare di cui sono protagoniste le capsule consumate che ci vengono consegnate dai clienti. Il riciclo dell’alluminio permette di rimettere in circolo nuova materia prima». 

La comunicazione del caffè di qualità

A proposito di comunicazione chiediamo a Silvia Totaro come viene integrato il valore della sostenibilità nella rappresentazione del prodotto di lusso quale si presenta il caffè Nespresso. 

«La qualità è un aspetto insito nel prodotto stesso di Nespresso, dunque la sostenibilità viene fuori in modo trasversale nella comunicazione. Diamo risalto ai criteri di produzione, alla scelta dei chicchi pregiati, ai principi che guidano la coltivazione, perché la sostenibilità è parte imprescindibile del prodotto e della sua storia. Noi offriamo un risultato in tazza che riflette effettivamente tutte le qualità del nostro lavoro. Raccontiamo tutto ciò che sta dietro alla nascita del caffè Nespresso, ma anche tutto quello che segue dopo. La scelta dell’alluminio per le capsule, ad esempio, non è casuale perché si tratta di un materiale infinitamente riciclabile e in grado di mantenere inalterata la qualità del caffè. Questa logica comunicativa che coinvolge in prima persona i clienti, consentendo loro di essere protagonisti di un’economia circolare, è apprezzatissima. Lo attestano le iniziative legate al riciclo delle capsule che portiamo avanti da diversi anni. Per noi rappresentano davvero il fiore all’occhiello del nostro approccio italiano alla circolarità di Nespresso, perché dimostrano come il caffè sia una forza in grado di creare un impatto positivo». 

L’economia circolare che trasforma il caffè in riso

Ci racconti il progetto “Da chicco a chicco” che portate avanti dal 2011. 

nespresso_da_chicco_a_chicco«Fin dal nome s’intuisce il viaggio sostenibile che riesce a trasformare un chicco di caffè in uno di riso. Tutto parte con la donazione del compost ottenuto con il nostro caffè esausto a una risaia in provincia di Novara. Acquistiamo poi il riso coltivato e lo doniamo ai Banchi Alimentari della Lombardia, del Lazio, del Piemonte e, dal 2023, anche della Puglia. Il progetto prevede inoltre il recupero dell’alluminio delle capsule esauste per l’impiego nella realizzazione di nuovi oggetti. Dal 2011 sono state recuperate quasi 10mila tonnellate – una quantità enorme se si pensa alla leggerezza del materiale – che hanno permesso di generare circa 570 tonnellate di alluminio, 5mila tonnellate di caffè esausto e più di 5mila quintali di riso, equivalenti a oltre 6 milioni di piatti destinati a chi ne ha più bisogno. Il valore etico e sociale di questo progetto traspare ancora di più se consideriamo che in Italia, come in tutta l'Unione europea, le capsule in alluminio non sono considerate imballaggio riciclabile per via della presenza di caffè esausto a loro interno, e dunque sono destinate sostanzialmente al termovalorizzatore. In altre parole, sono considerate un rifiuto urbano e come tale dovrebbe essere smaltito nel residuo secco indifferenziato. Consideriamo poi che la gestione della raccolta di rifiuti urbani è in capo ai singoli comuni italiani, per cui è il gestore che deve ritirare le capsule all’interno della raccolta indifferenziata. Un altro aspetto: l’Italia possiede impianti all’avanguardia per il trattamento dei rifiuti, ma quasi tutti non sono in grado di recuperare le parti piccole e leggere come sono le capsule». 

«Con il progetto "Da chicco a chicco" e le altre iniziative di recupero promosse con il supporto dell'Alleanza per il riciclo delle capsule in alluminio – continua la sustainability manager – queste problematiche vengono del tutto superate. I clienti Nespresso possono differenziare al 100% le capsule esauste, consegnandole nelle nostre boutique con l’apposito sacchettino che forniamo o in alcune isole ecologiche convenzionate. Ad oggi siamo a più di 170 punti di raccolta in oltre 80 città italiane. Grazie alla sinergia che abbiamo stretto con il CiAl – Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio, le capsule raccolte vengono stoccate nell’impianto di Gavardo, in provincia di Brescia, attualmente l’unico specializzato in Italia. Qui il caffè e l’alluminio vengono separati per poter riprendere ciascuno un nuovo ciclo di vita. L’alluminio torna ad essere materiale nobile e viene destinato alle fonderie per la produzione di nuovi oggetti. Il caffè esausto viene trasformato in compost per il progetto "Da chicco a chicco", e dunque in fertilizzante naturale per la coltivazione di riso destinato a strutture caritatevoli. Nel solo 2023 abbiamo raggiunto la donazione di 1 milione di piatti di riso».

L’orgoglio di generare impatto positivo 

Quali emozioni prova una o un manager della sostenibilità, come lei, sapendo che il proprio lavoro genera un impatto positivo così importante? 

silvia_totaro_sustainability_manager_nespresso_italiana_1«Per me è motivo d’orgoglio la voglia sincera delle persone di contribuire ai progetti, il loro trasporto verso le iniziative che proponiamo loro, soprattutto nei casi in cui, come in Nespresso Italiana, la sostenibilità è tangibile, trasparente. La loro consapevolezza di sentirsi parte di un circolo virtuoso concreto fa la differenza. Nelle boutique incontro sempre volentieri clienti che credono nei nostri progetti, che hanno una chiara volontà di generare impatto positivo con i propri gesti di rispetto ambientale. È una sensazione meravigliosa. In alcuni momenti dell’anno, con l’iniziativa "Compost in Boutique", doniamo il compost ottenuto dal nostro caffè ai clienti che possono e vogliono utilizzarlo presso le proprie abitazioni e spazi verdi. Gli apprezzamenti che riceviamo sono numerosissimi e ci spingono naturalmente a continuare a portare avanti queste azioni di sostenibilità. Andiamo molto fieri anche di un altro progetto con cui incentiviamo la restituzione delle capsule esauste: si chiama "Riciclo a regola d'arte" perché è legato al patrimonio artistico e culturale del nostro Paese. Ai e alle nostre clienti che riportano le capsule da avviare a riciclo offriamo un ingresso omaggio per i beni tutelati dal FAI – Fondo Ambiente Italiano. Cerchiamo davvero di andare oltre e rendere i progetti il più possibile inclusivi, a tutto tondo». 

C’è ancora un altro progetto di riciclo dell’alluminio che si può considerare un unicum in Italia e che state sperimentando nel territorio lombardo. In cosa consiste?

«Nel 2017 abbiamo avviato una collaborazione con l’unico impianto in Italia dotato di una tecnologia in grado di recuperare e riavviare a riciclo le porzioni di alluminio piccolo e leggero che solitamente finiscono nel cosiddetto "flusso sotto vaglio". Si tratta cioè di quegli scarti così piccoli che non riescono a essere intercettati durante la prima fase di vagliatura, come le linguette delle lattine, i blister dei farmaci o le nostre capsule appunto. L’impianto di Seruso a Verderio, in provincia di Lecco, riesce invece a catturare e separare queste piccole porzioni facendo sì che non vadano perse in discarica. La collaborazione di due importanti gestori ambientali del territorio lombardo ci ha consentito di estendere il progetto nelle provincie di Como, Lecco, Lodi, Milano e una parte di Monza-Brianza, interessando 150 comuni e un milione di cittadini. Qui, infatti, i clienti Nespresso possono conferire le capsule esauste in alluminio direttamente a casa, tramite la raccolta differenziata, perché i gestori possono stoccarle direttamente nell’impianto ad hoc di Verderio. Un sistema virtuoso che dal 2017 al 2022 ci ha consentito di recuperare ben 7 tonnellate di capsule. Stiamo lavorando per rendere tutto questo ancora più capillare». 

La sfida vinta da Nespresso Italiana per il riciclo delle capsule in alluminio

Proprio la capillarità è uno degli obiettivi dell’Alleanza per il riciclo delle capsule in alluminio a cui accennava nespresso_capsule_alluminio_riciclopoc’anzi. È nata da un protocollo d’intesa che Nespresso e Illycaffè hanno sottoscritto con il Consorzio CiAl, Utilitalia e il Consorzio Italiano Compostatori. Di recente ne fa parte anche Starbucks by Nespresso. Di fatto è un accordo virtuoso che vi consente di sviluppare quel sistema proprietario di raccolta delle capsule che sta alla base di tutti i vostri progetti di economia circolare. 

«L’importanza di quest’alleanza si rivela tutta nella sfida di aiutare il proprio sistema Paese nel riciclo virtuoso di scarti considerati non differenziabili, come dicevamo, quali le capsule di caffè in alluminio. Grazie a quest’Alleanza oggi in Italia sono attivi oltre 170 punti di raccolta messi a disposizione dai partner per garantire nuovi e infiniti cicli produttivi alle capsule esauste. L’Alleanza è aperta a coloro che possono e vogliono rendere più capillare questo approccio e più diffusa la cultura del consumo consapevole». 

In questo scenario quindi, quali sono secondo Nespresso Italiana le sfide di sostenibilità che il settore del caffè è chiamato ad affrontare nel nostro Paese?

«È importante continuare a spingere sui miglioramenti dell’impiantistica. L’approccio pioneristico di Nespresso sul riciclo delle capsule va oltre il singolo contesto aziendale, perché consente a un materiale nobile come l’alluminio di essere rimesso in circolo nell’intero sistema produttivo italiano. Il progetto pilota dell’impianto di Lecco, ad esempio, va a soddisfare bisogni più ampi della comunità lombarda, come la facilità di riciclo e la capillarità territoriale. Rendere più agevole ai consumatori il conferimento degli scarti significa rendere più facile il riciclo del prodotto stesso».


Potrebbe interessarti

Contatti

redazione@osservatorioeconomiacircolare.it

Ricevi la nostra newsletter

Redazione

Valentina Cinnirella

Direttrice responsabile

Simona Politini

Vicedirettrice responsabile

Osservatorio Economia Circolare è una testata giornalistica registrata al Tribunale di Milano n. 4326/2023

Futurea S.r.l.
Piazza degli Affari 3 | 20123 - Milano (MI)
P.IVA 15942371004 | Cap. sociale € 165.629,55 i.v