Retail sostenibile: 5 buone pratiche da seguire, più 1. Dalla gestione degli imballaggi alla omnicanalità

Il 63% dei consumatori dice che il comportamento di un'azienda è importante quanto quello che vende. La sostenibilità ambientale è un valore a cui sempre meno persone intendono rinunciare. Ecco come l’Omnichannel Customer Experience può aiutare i retailer a essere più green

Di Simona Politini

Buone Pratiche - Pubblicato il 21-06-2023

Secondo l'US Future Consumer Index di EY i consumatori desiderano vivere e acquistare in modo sostenibile. Sono desiderosi di fare la loro parte, ma si aspettano anche che le aziende operino in modo sostenibile, migliorando il loro impatto sociale e riducendo quello ambientale. Il 63% dei consumatori dice che il comportamento di un'azienda è importante quanto quello che vende e per il 58% le aziende devono essere trasparenti sull'impatto sociale. Inoltre, dice lo studio, se un'organizzazione fa qualcosa di inappropriato dal punto di vista sociale e ambientale il 31% dei consumatori non acquisterà più i suoi prodotti/servizi, il 31% ne acquisterà meno e il 24% dirà a familiari e amici di non utilizzare l'organizzazione. Se non bastasse, una recente indagine condotta da McKinsey e NielsenIQ rivela che i prodotti con apposte dichiarazioni ESG hanno registrato una crescita cumulativa media del 28% negli ultimi cinque anni, contro il 20% dei prodotti che non hanno presentato tali dichiarazioni. Numeri questi che fanno capire come si stanno orientando le scelte dei consumatori e come devono rispondere le aziende che vogliono mantenere la competitività e fare la propria parte nella lotta al cambiamento climatico. 

Sostenibilità ambietale: 5 consigli per i retailer

Ci sono almeno cinque buone pratiche che andrebbero seguite per puntare a essere riconosciuti come un retail sostenibile. A seguire.

Riduzione dell'impatto ambientale dei prodotti. I retailer possono cercare di selezionare e promuovere prodotti sostenibili e a basso impatto ambientale. Questo può includere prodotti realizzati con materiali riciclati o biodegradabili, prodotti energeticamente efficienti, prodotti provenienti da fornitori con politiche sostenibili e marchi che adottano pratiche responsabili.

Miglioramento dell'efficienza energetica. Ridurre il consumo di energia nei loro punti vendita e sedi e una delle prime misure che può essere adattata dal retailer. Ciò può includere l'utilizzo di luci a LED a basso consumo energetico, l'installazione di sensori di movimento per l'illuminazione e il riscaldamento/raffreddamento, l'ottimizzazione dei sistemi di climatizzazione e l'implementazione di soluzioni di gestione energetica intelligenti.

Gestione responsabile degli imballaggi. I retailer possono adottare politiche di gestione responsabile degli imballaggi, riducendo l'uso di materiali non riciclabili o non biodegradabili. Possono anche promuovere l'utilizzo di imballaggi riciclabili o riutilizzabili, incentivare i clienti a portare i propri sacchetti o contenitori riutilizzabili e collaborare con i fornitori per migliorare la sostenibilità degli imballaggi dei prodotti.

Promozione del commercio equo e solidale. I retailer possono dare priorità a prodotti provenienti da fornitori che adottano pratiche etiche, come il commercio equo e solidale. Questo può garantire che i produttori ricevano una giusta retribuzione per il loro lavoro e che vengano rispettati standard di lavoro equi e condizioni di lavoro dignitose.

Coinvolgimento dei clienti nella sostenibilità. Infine i retailer possono educare e coinvolgere i clienti nella sostenibilità ambientale attraverso campagne di sensibilizzazione, programmi di fidelizzazione e promozione di scelte sostenibili. Possono fornire informazioni sui prodotti sostenibili, incoraggiare i clienti a riciclare o riutilizzare, offrire incentivi per comportamenti eco-friendly e creare comunità o piattaforme online dove i clienti possono condividere consigli e idee per uno stile di vita sostenibile. 

5 consigli per un retail sostenibile + 1: la Omnichannel Customer Experience

Aggiungiamo ai sopra menzionati un sesto consiglio, che non solo potenzierà le vendite creando un maggior numero di punti di contatto, fisici e virtuali, tra cliente e brand, ma costituirà un elemento chiave nella strategia complessiva del retailer per ridurre il proprio impatto ambientale e promuovere comportamenti sostenibili tra i clienti, stiamo parlando della Omnichannel Customer Experience.

A parlarci delle connessioni significative tra il concetto di omnichannel customer experience e quello di sostenibilità ambientale è Cegid, aziende con sede a Milano fornitrice di soluzioni di gestione aziendale cloud, che vende in 130 Paesi, per il retail, la finanza, le risorse umane, i CPA e i settori imprenditoriali. Cegid conta 4.400 dipendenti a servizio di 500.000 clienti.

Un’esperienza omnicanale, garantita da una piattaforma SaaS unificata, come la piattaforma per la Omnichannel Customer Experience Cegid, spiega l’azienda, consente ai rivenditori di offrire servizi che hanno tra i propri benefici anche una riduzione dell’impatto ambientale.

Si pensi ad esempio alla prenotazione online o al servizio di endless aisle (lo scaffale infinito) – un insieme di soluzioni che consentono ai clienti di navigare o ordinare virtualmente una vasta gamma di prodotti che in negozio sono esauriti o non più venduti e che si possono ricevere direttamente a casa. Questi servizi ottimizzano la gestione dell’inventario e la consegna dei prodotti, trasformando i negozi in piccoli centri logistici, dalle dimensioni più ridotte e dalla maggiore efficienza, con magazzini più ampi e riforniti. In store sarà quindi disponibile un numero limitato di prodotti e sarà possibile mostrare ai clienti il resto dell’inventario tramite schermi touch.

 I principali benefici includono: 

      una riduzione dei consumi determinati da negozi di grandi dimensioni;

      una riduzione delle emissioni di CO₂ derivanti dalle operazioni di restock, spostamento, reso e smaltimento merci, grazie sia a un processo di acquisto più efficiente sia alla possibilità di avere una maggiore disponibilità di merci in magazzino. Questo permette, infatti, di incrementare il numero di articoli spediti dal negozio rispetto a quelli provenienti dalle fabbriche di produzione, spesso geograficamente più distanti, e offrire così un servizio che non è solo più veloce ed efficiente ma anche più green.

Un altro aspetto sostenibile dell’omnicanalità consiste nella gestione elettronica dei pagamenti: le casse fisiche possono essere sostituite da casse virtuali controllate tramite soluzioni mobile POS e le ricevute diventano elettroniche, con una conseguente riduzione di scontrini e rifiuti.

L’omnicanalità favorisce inoltre una maggiore efficienza operativa, digitalizzando i processi e riducendo il consumo di risorse come carta, plastica e energia e promuovendo pratiche di gestione sostenibili a livello aziendale.

«Nei prossimi anni i marchi retail che avranno maggiore successo saranno quelli che hanno costruito una strategia di vendita responsabile, mostrando autentica sensibilità e impegno nei confronti delle problematiche ambientali e sociali in ogni step della filiera produttiva, dall’origine delle materie prime alla tracciabilità, al trattamento della forza lavoro, allo smaltimento dei rifiuti. Noi di Cegid supportiamo i retailer di tutto il mondo nella scelta delle giuste soluzioni tecnologiche per svolgere la loro attività in modo più sostenibile, agevolando nel contempo la gestione della loro strategia omnicanale», ha affermato Mario Davalli, Country Manager Cegid per il Sud Europa. 

Come Cegid declina la sostenibilità nella propria azienda

Cegid persegue la sostenibilità ambientale fuori e dentro. Cegid, infatti, presta particolare attenzione all'impatto ambientale dei propri server e alla protezione dei dati dei clienti. L’azienda lavora a stretto contatto con i massimi esperti del settore per ottimizzare l'uso delle infrastrutture cloud. Sostiene una forte crescita del business SaaS e questo ha permesso di mettere a punto la propria infrastruttura e adeguarla continuamente alla domanda al fine di evitare qualsiasi consumo non necessario.

Al 2021, circa l'85% dei server Cegid era ospitato da Kyndryl, Microsoft Azure o altri cloud provider che operano attraverso data center conformi allo standard ISO 14001, che stabilisce severi requisiti e criteri ambientali. Nel prossimo futuro continueranno a migrare la stragrande maggioranza dei dati verso questi data center.

Inoltre, Cegid investe in un'iniziativa di formazione per tutti gli sviluppatori per incoraggiare l'adozione di principi di eco-design. L’eco-design consiste in pratiche di sviluppo software che eliminano le interazioni non necessarie, consentono di risparmiare energia e riducono la quantità di risorse IT utilizzate (server, larghezza di banda, capacità del dispositivo utente, ecc.), in un circolo virtuoso che permette, al contempo, di migliorare le prestazioni.

Infine, Cegid sostiene Polar Pod, iniziativa guidata dal dottor Jean-Louis Etienne e che consiste in una piattaforma oceanografica rivoluzionaria appositamente progettata per studiare l'Oceano Australe che circonda l'Antartide. L'obiettivo è comprenderne il ruolo nella regolazione del clima e della biodiversità marina attraverso la misurazione dell’assorbimento di carbonio. Tutti i dati raccolti saranno messi a disposizione della comunità scientifica internazionale e i risultati degli studi saranno resi pubblici.


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