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Uptitude, dalla passione per gli sci alla realizzazione degli occhiali

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Gennaio 25, 2022

Ermanno e Filippo hanno dato vita nel 2014 a una nuova realtà di economia circolare. Ecco il racconto di Uptitude.

Un nuovo racconto sull’economia circolare è quello Upitude, azienda nata nel 2014 e che ha lanciato sul mercato online un brand di occhiali realizzati attraverso il riutilizzo di vecchie tavole da snowboard e sci in disuso.

Purtroppo, nel 2019, tra le vendite in calo e problemi circa la produzione, si cala il sipario e si spengono le luci di questa giovane e frizzante realtà di economia circolare. Ma ne rimane un piacevole ricordo di chi ne ha fatto parte.

A raccontarci della storia di Uptitude, uno dei due soci fondatori, Filippo Irdi, giovane romano che attualmente vive e lavora in Olanda. Lui, assieme al coetaneo Ermanno Zanella dalla passione per lo snowboard sono riusciti in poco tempo a creare un qualcosa di davvero originale.

“Ci siamo conosciuti in Austria, Ermanno stava finendo di scrivere la sua tesi di laurea incentrata sulla trasformazione del rifiuto in un materiale del tutto nuovo e nel nostro caso abbiamo subito pensato che dei vecchi snowboard potevano dar vita a dei nuovi occhiali sia da vista che da sole”

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racconta Filippo.

Quindi, fuori dall’Italia, per la precisione a Innsbruck, sostenuti dalle loro community e da premiate campagne di crowdfunding hanno dato vita alla loro nuova azienda: i primi tre anni si sono completamente dedicati allo sviluppo dell’idea, successivamente hanno creato un processo produttivo che gli ha consentito di realizzare gli occhiali e infine distribuirli in tutta Europa. 

Acquistare con loro era davvero semplice e veloce: attraverso il loro e-commerce e un’attenta assistenza alla clientela si saltava la vendita tramite i centri ottici. Il tutto avveniva in maniera telematica, dalla ricezione della prescrizione dell’oculista alla spedizione a casa di diversi modelli in prova da scegliere e quelli che non andavano si restituivano a carico di Uptitude.

L’innovazione stava nel fatto di saltare il passaggio della distribuzione per utilizzare il canale online di vendita, avendo, quindi, la possibilità di offrire un prodotto di qualità superiore a prezzi competitivi.

Ermanno era il designer e si occupava della produzione, Filippo la parte riguardante il marketing. Insieme hanno dato vita persino a due collezioni, alcune forme con materiali in acetato.

Al termine di questo racconto, sorge spontanea una domanda a uno dei due soci, semmai ci fosse l’idea di reinventarsi nuovamente nell’ambito dell’economia circolare. La risposta?

“Certo che sì, sicuramente, però, investirei di più sul riuso, piuttosto dell’idea di riprendere un rifiuto e trasformarlo in qualcosa di nuovo.”

Queste le parole di Filippo Irdi, che crede nelle potenzialità del marketplace, come ad esempio il caso di Vinted che sta spopolando in tutta Europa.

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